Alessandro Baricco, nelle sue godibilissime “Palladium Lectures”, sostiene che seguire l’evoluzione del gusto e della cultura umana è come seguire il movimento di un animale che si muove in modo sinuoso. La maniera in cui la “famiglia degli umani” cambia gusti e desideri è varia; l’illuminismo è arrivato con un gesto bellissimo e lento, la Rivoluzione francese è stata più rapida, la caduta del muro: un giorno.
Ce ne siamo accorti ed è inutile negarlo: gli ultimi due anni e mezzo hanno cambiato drasticamente il mondo che ci circonda, di conseguenza sono variati panorami aziendali e concetti con cui iniziare una collezione di tessuti. Le nostre procedure di lavoro devono essere ripensate non solo in base alle consuetudini che si stanno costituendo intorno a noi, ma anche in base a nuovi fattori che scopriremo a mano a mano che questo “nuovo mondo” maturerà. Nel frattempo, iniziamo ad evidenziare alcune tendenze che sono già abbastanza palesi e che per forza devono essere tenute in considerazione a chi pensa in modo globale ad una collezione.
La riattualizzazione di “The cluetrain manifesto”.
Era il 1999 quando venne pubblicato “The cluetrain manifesto”, un’analisi organizzata in 95 tesi indirizzata a predire ciò che sarebbe di lì a poco diventato il web dinamico, una enorme agorà di informazioni, di social e di mercato ottimizzato e razionalizzato secondo algoritmi. La tecnologia ha ricevuto una spinta vigorosa scaturita dalle necessità pandemiche e concretizzata nella sempre maggiore implementazione delle tecnologie 4.0 nel loro insieme. Conseguenza di ciò è l’accelerazione con cui le aziende che non mantengono il passo rischiano fenomeni di obsoletizzazione, diventando irrilevanti e non competitive. Per quanto concerne il ruolo del disegnatore, le collezioni dovranno essere da questo punto di vista molto fluide, coniugando la tradizione italiana con nuovi spunti tecnologici che io vedo proiettati nell’uso di materiali sperimentali quali il grafene, le nuove tecniche di stampa inkjet e l’uso ibrido di varie tecniche di intreccio sui telai jacquard.
La scarsità.
La domanda post pandemica è sostenuta, ma le forniture non riescono a garantire il soddisfacimento degli ordini perché le materie prime sono di difficile reperimento su tutti i mercati. Oltre a ciò, le difficoltà di approvvigionamento per le aziende energivore creano fenomeni congiunturali che aggravano il rapporto fra domanda e offerta instaurando un processo inflazionistico. Questa situazione, pur affliggendo la totalità del mercato, è maggiormente sensibile per le posizioni alto volume/basso prezzo. La scarsità, che probabilmente non sarà un fenomeno solo transitorio, costringerà a cambiare le strategie, a creare collezioni “capsule” molto maneggevoli e focalizzate su pochi elementi di sicuro approvvigionamento.
Trasparenza e tracciabilità.
La scarsità delle materie prime e dei semilavorati obbliga a guardare oltre il pool dei fornitori abituali. La crescente necessità di assumersi una responsabilità etica e sociale delle aziende obbligherà i progettisti della collezione ad acquisire nuove garanzie sulla provenienza degli acquisti e ancor di più a certificarne in modo trasparente tutta la catena logistica tramite un sistema di piena tracciabilità. Questa necessità, che si abbina alla transizione ecologica in atto, sarà il grande obiettivo da raggiungere nei prossimi anni e da mettere in risalto nella redazione nei bilanci di sostenibilità aziendale.
Il capitale umano.
Per ciò che riguarda le procedure di lavoro, la pandemia ci ha lasciato in eredità due fenomeni piuttosto evidenti: l’abitudine allo smart working ma anche il ben più preoccupante fenomeno definito “Great resignation” che, generatosi negli Stati Uniti, sembra iniziare a riflettersi anche in Europa. Questi due fenomeni si innestano in un periodo in cui molti fra i lavoratori più esperti hanno approfittato delle recenti opportunità di prepensionamento. Molte aziende hanno avuto come risultato evidente un netto deficit di competenze. In una visione di Coaching, l’allestimento e la progettazione di una collezione possono contribuire a migliorare il clima aziendale permettendo ad ognuno dei collaboratori di partecipare attraverso le proprie passioni, trasformando il progetto in una rete di realizzazioni personali viste in un’ottica di organizzazione complessiva.
Per iniziare la “SUMMER 24”.
Si parla di “isole” nel fermento delle tendenze della prossima estate, viste come un laboratorio di idee, esplorazioni e commistioni espresse in un dialogo continuo formato da parole chiave quali: “sperimentare, amplificare, diversificare”. Su questa isola il disegnatore progettista appare come un novello Prospero, il mago shakespeariano della “Tempesta”, intento a riportare l’equilibrio fra il disordine degli elementi. Prerequisito per iniziare la nuova collezione è possedere profonda comprensione dei clienti che si vorranno approcciare. L’ idea di avere una collezione omnibus che possa andare bene un po’ per tutti è finita da tempo; tutt’al più può risultare sufficiente per iniziare a ragionare sullo sviluppo di esclusivi, con un gruppo selezionato di potenziali clienti. “Singolarità nella trasversalità” dovrebbe essere un must da tenere sempre bene a mente, perché il tempo di una moda massificata e stagionale sembra davvero essere concluso. “Milano Unica” parte da un innovativo concetto “Seasonless” in cui la proposta dovrebbe essere in grado di offrire soluzioni mirate su clienti di continenti diversi, in cui le lane possono essere leggerissime e i cotoni pesantissimi. L’azienda e quindi Il disegnatore devono trovare la loro specifica nicchia scavando nel passato esperienziale di ognuno e sintetizzarlo in collezioni “capsule” molto focalizzate. Imperativo è trasmettere un’idea con un indirizzo preciso, attraverso un’elevata customizzazione del prodotto in un rapporto divenuto “orizzontale” fra fornitore e cliente. Avere consapevolezza di questi nuovi parametri contestuali e di queste nuove condotte imprenditoriali e progettuali mi pare imprescindibile per continuare a preparare collezioni finalizzate a crescere e ad esportare.
Rossano Bisio
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